Alcuni dischi da non perdere...
Non ci sono parole.È semplicemente l'album di esordio dei Duran Duran: che altro dire? Il look c'era già tutto, e la musica pure: tra gli altri, ci sono dentro Girls On Film (la suoniamo anche!), Planet Earth (idem) e Is There Something I Should Know?. Se non ce l'avete, andate a comprarlo, altrimenti abbandonate questo sito e non fatevi più vedere ;-)...
Qui ancora nella formazione originale, con Mark Reilly affiancato dalla mitica Basia (quella che in More Than I Can Bear faceva il respirone di mezzo minuto). Uno dei pochi dischi che rende veramente giustizia all'ironia degli anni '80: potremmo definirlo "Il Sergio Caputo britannico" :-)). La verità è che l'album è spettacolare: ci sono, tra le altre, Whose Side Are You On, Sneaking Out the Back Door, More Than I Can Bear e Half A Minute. Tanta roba. E poi i Moncler hanno un motivo particolare per essere affezionati a Matt Bianco: che ci crediate o no, pochi mesi fa il buon Mark Reilly era a fare concerti in Sardegna (è stato anche alla Capannina a Forte dei Marmi) e qualcuno gli ha fatto sentire, per scherzo, un CD masterizzato con un concerto dei Moncler (la registrazione era, oltretutto, pessima). Ebbene, cosa ha fatto il buon Mark? Si è talmente pisciato dalle risate che ha preteso di portarsi il CD in Inghilterra! :-)) Grazie, Mark!
Capitanati da Holly Johnson, erano un gruppo assolutamente unico: dal look apocalittico ai testi più che espliciti, per finire con le sonorità avanzatissime che li rendono praticamente i primi precursori del moderno "martello". I Frankie Goes To Hollywood si affacciano nel 1984 con questo Welcome To The Pleasuredome. L'album è veramente straordinario: si tratta ancora una volta di una produzione del leggendario Trevor Horn (vedi la scheda di Grace Jones), e tra i brani troviamo ovviamente Relax, ma anche Two Tribes (ricordate il video con Reagan e Gorbaciov che si azzannano sul ring?), Welcome To The Pleasuredome (l'originale dura 13 minuti!), The Power of Love, ballad passata decisamente alla storia, e addirittura una cover di Born To Run di Bruce Springsteen. E tutto con i suoni più all'avanguardia che si potessero concepire all'epoca. Un disco eccezionale, e ancora straordinariamente attuale...
"Gonna dress you up with my love, all over your body": così recita il ritornello di questo leggendario hit (tratto, mi sembra, da The First Album). Di fatto, la versione inglese di "Ti faccio un pigiamino di saliva..." ;-)) (ops! pardon...). In effetti, riflette per bene l'atteggiamento di Madonna in quegli anni: pronta di fatto a tutto per raggiungere il successo, nella fattispecie con il DJ/produttore John "Jellybean" Benitez. Col senno di poi, chi poteva darle torto?...
Che Paul Weller sia un genio assoluto, parecchie spanne sopra gli altri, è indiscutibile. È raro che uno resti costantemente all'avanguardia per dieci anni, e venga poi pure lodato sperticatamente da gentaglia come gli Oasis. Our Favourite Shop non è che suoni smisuratamente Ottanta (non c'è neanche troppa elettronica), ma è comunque un pezzo inamovibile dell'epoca. Due titoli per capire di cosa stiamo parlando: Walls Come Tumbling Down e il megahit Shout To The Top.
Probabilmente uno degli album più importanti del decennio (argh!). Non solo Sting aveva vissuto in pieno, con i Police, due tendenze fine '70 come il punk e il reggae; dopo aver straripato in tutto il mondo vendendo decine di milioni di copie (e guadagnato decine di miliardi) con i Police più commerciali di album come Synchronicity, finito il gruppo, decide che ancora non è il momento di morire artisticamente.Ispirato da un sogno in cui delle enormi tartarughe blu gli distruggono il giardino (The Dream Of The Blue Turtles, per l'appunto), decide di cambiare completamente genere, mettendo assieme uan band composta da alcuni tra i più grandi giovani jazzisti dell'epoca: Omar Hakim (ex Weather Report) alla batteria, Darryl Jones al basso (proveniente dalla band di Miles Davis), Branford Marsalis al sax e Kenny Kirkland alle tastiere.Il risultato avrebbe potuto essere un pallosissimo disco di jazz, invece è appunto The Dream Of The Blue Turtles, l'album in cui non c'è neanche un pezzo-pacco. Non ci credete? Ecco l'elenco: If You Love Somebody Set Them Free, Love Is The 7th Wave, Russians, Children's Crusade, Shadows In the Rain, We Work The Black Seam, Consider Me Gone, The Dream Of The Blue Turtles, Moon Over Bourbon Street (!), Fortess Around Your Heart.Se non vi bastano, andate a cagare :-).
Degli uomini, alzi la mano chi non aveva in camera un poster di Grace Jones (magari tratto da giornaletti di dubbia fama). Per ispirare quali attività, meglio non dirlo... Grace Jones rappresenta il prototipo della micidiale donna anni '80, alla Brigitte Nielsen. Dire aggressiva è poco, comunque gigantesca e altera, decisamente irraggiungibile (e dunque oggetto di poster e di attività irriferibili). La cosa notevole è che era prodotta da Trevor Horn, creatore, solo per dirne qualcuno, di Buggles (quelli di Video Killed The Radio Star), Frankie Goes To Hollywood, Propaganda, e ultimamente anche di Seal. Il risultato spacca il c... : lei ha una voce della madonna, la musica sotto è un distillato di raffinatezza all'ennesima potenza. Per tutti, il singolo Ladies And Gentlemen: Miss Grace Jones (comunemente conosciuto come Slave To the Rhythm)...
Probabilmente uno dei più bei dischi live degli anni '80: pochi sanno che i Level, prima di inanellare megahits planetari come Something About You e Lessons In Love, erano i principali esponenti del Brit-Funk: una miscela esplosiva di musica bianca e nera al confine tra il funk più violento e la fusion più ardita, spinti dal micidiale basso di Mark King e arricchiti dall'incredibile sax dell'ospite fisso Gary Barnacle. Una prima fase-Level immortalata da questo disco, registrato in coda a una trionfale tournée giapponese. Imperdibile!
Se la band di Mick Hucknall sopravvive (e bene) ancora oggi, è perché le banane ce le ha veramente. E si capisce dal folgorante Picture Book, album d'esordio del 1984. Un disco già con il tipico suono un po' black che li avrebbe contraddistinti in seguito. Ma la cosa che più impressiona sono i brani dell'album: tra gli altri il primo grande successo Money's Too Tight To Mention, ma anche la successiva raffica di singoli: Come To My Aid, Holding Back The Years, Jericho. Da avere.
L'album del vero successo planetario per gli Eurythmics: solo a guardare l'elenco dei brani vengono i brividi. Would I Lie To You, There Must Be An Angel, It's All Right (Baby's Coming Back), Sisters Are Doing It For Themselves con Aretha Franklin: un album inzeppato di singoli di successo, ma che riesce a essere splendido anche nei pezzi minori. Il vero capolavoro di Dave Stewart e Annie Lennox.
Il 1985 fu un anno magico per i Level, e probabilmente l'apice creativo della loro carriera. Immediatamente dopo il live "A physical presence" (vedi sopra) uscì questo World Machine, sicuramente il più bell'album del quartetto inglese. Finalmente un hit veramente planetario come Something About You, al cui singolo e video seguirono quelli del lentaccio marpione Leaving Me Now (altro che lentaccio: una ballad meravigliosa). Ma la cosa straordinaria è che anche gli altri brani del disco sono tutti di alto livello, da World Machine a It's Not The Same For Us. Si vedeva che in canna c'era già il superhit Lessons In Love, che sarebbe uscito l'anno dopo, schizzando in vetta alle classifiche di tutto il mondo e rendendo i Level definitivamente multimiliardari.
Che Sting, con The Dream Of The Blue Turtles, avesse fatto una grossa scommessa e che fosse anche riuscito a vincerla l'abbiamo già detto. Questo bellissimo live doppio rappresenta Sting che passa alla cassa a ritirare la vincita, visto che immortala il trionfale megatour che seguì The Dream Of The Blue Turtles. La formazione è la stessa dell'album, e si sente. Un disco vibrante, con un gruppo compatto e agile, tanto da costruire veri capolavori ai confini tra il pop e il jazz come il micidiale medley funk di Bring On The Night e When The World Is Running Down You Make The Best Of What's Still Around. Un disco memorabile.
Da "ragazzaccia" sguaiata, maleducata e fondamentalmente un po' troia (ops! pardon...), Madonna compie la prima di una lunga serie di metamorfosi. "Live To Tell", prima di essere un lentaccio marpione che ci ha fatto da sottofondo in migliaia di feste delle medie/superiori, è una ballad meravigliosa, languida ed evocativa, che nobilita decisamente il peraltro non eccezionale film "Il gioco del falco" che vedeva nel cast l'allora marito Sean Penn. Poi sappiamo com'è andata: Madonna ha cambiato look una settantina di volte, e con esso anche uomini e guardaspalle. In cambio ha ottenuto la sua eterna giovinezza (vedi l'incredibile Ray Of Light del 1998). E scusate se è poco...
E ridagli col cinema! Dopo Cercasi Susan Disperatamente, è la volta di Who's That Girl, pellicola forse non proprio indimenticabile, come d'altronde la colonna sonora, che vede brani di Madonna e altri (Scritti Politti, Club Nouveau e addirittura Coati Mundi, il leggendario percussionista di Kid Creole & The Coconuts), tutti più o meno scritti o prodotti da lei. Quel che ci resta è, di fatto, il singolo Who's That Girl(giudicate voi) ;-)...
Probabilmente stavano ancora smaltendo le sbronze che si erano potuti prendere con i guadagni di Picture Book: fatto sta che questo Men And Women forse non è all'altezza del primo. Comunque, sempre una prova dignitosa: non a caso è l'album di The Right Thing (cliccate sull'immagine...)
Negli anni '80 italiani non può mancare un posto per Zucchero, all'epoca ancora Fornaciari. Dopo gli inizi veramente duri (ultimo al Festival di Sanremo con la leggendaria Donne), questo è l'album della nuova ispirazione blues (da cui il soprannome) e del botto commerciale. E oltretutto è un disco che spacca il c...: tra gli altri brani, Con le mani, Pippo, Dune mosse, Senza una donna, Hey Man.Bellissimo, quasi eguagliato dal successivo Oro, incenso e birra. Gli album successivi purtroppo li conoscete anche voi :-))
Una delle pagine finali dei luccicanti '80 non poteva che scriverla Sergio Caputo, vero e proprio simbolo degli anni '80 italiani, tra Milano da bere e vacanze ai tropici. E nel 1988 dichiara profeticamente Non bevo più tequila, a testimonianza che i tempi stanno cambiando, e la musica pure: non a caso si sente una chitarra solista rock che preannuncia l'imminente ritorno dei suoni grezzi, che si realizzerà pienamente pochi anni dopo. Nell'album c'è anche la splendida Quando l'amore va.
Chi l'avrebbe detto che un giorno Patsy Kensit si sarebbe messa con Noel Gallagher degli Oasis? Francamente nessuno all'epoca, anche perché il leader degli Oasis probabilmente in quegli anni si limitava a rubare negli appartamenti per campare. Patsy Kensit invece di esperienze ne aveva già avute di notevoli, visto che il singolo Stay With Me era stato un botto che l'aveva proiettata molto in alto, tanto da partecipare al film "Absolute Beginners" con David Bowie. Oltretutto, come dimenticare la leggendaria apparizione al Festival di Sanremo in cui le uscì la tetta di fuori? Imperdibile, tanto che in pochi mesi Patsy Kensit decorava le camere della quasi totalità degli adolescenti italiani di sesso maschile. Fearless è del 1988, ovvero successivo al botto iniziale, ma forse proprio per questo con qualche ambizione in più. Peraltro rispecchiata: se Cross My heart è uno hit estivo, nello stesso album c'è anche la splendida I'm Not Scared, non a caso scritta e prodotta da quei genii assoluti che erano i Pet Shop Boys.